La fantasia, nella cucina sarda, è forse l’ingrediente principale! Da ingredienti semplici e poveri i sardi sono riusciti a tirare fuori tante pietanze eccellenti e tanti splendidi dolci. Tra gli esercizi di fantasia più riusciti troviamo s’aranzada (arantzada o aranzata). Un dolce tipico del Nuorese, della Baronia e della Gallura, in cui l’arte di non buttar via niente si esprime in forme interessanti e mooolto aromatiche.
Ecco cosa puoi leggere in questa pagina:
Che cos’è s’aranzada
Storia dell’aranzada
Aranzada di Nuoro: ricetta
Variante di Posada, Lodè, Orosei, Bitti
Aranzada di Siniscola (Arantzata di pompia)
Aranzada di Dorgali
E se vuoi aggiungere qualcosa ti aspettiamo nei commenti!
Che cos’è s’aranzada?
Ma cosa è s’arantzada? Si tratta di un dolce composto da ingredienti molto semplici e tipici delle campagne isolane: sottili strisce di scorza d’arancia candite col miele, con l’aggiunta di mandorle pelate, leggermente tostate e tagliate a listarelle sottili.
Una volta pronta, s’aranzada viene adagiata con delicatezza in pirottini di carta.
Storia dell’aranzada
La ricetta de s’arantzada è probabilmente molto antica ed è praticamente impossibile poter rintracciare con certezza le sue origini.
È considerato un dolce molto raffinato, presente in genere nelle occasioni di festa, come matrimoni o battesimi.
Nel 1886, il celebre pasticcere nuorese Battista Guiso brevettò la ricetta, chiamandola aranzada nugoresa, rendendola nota in tutta Europa.
Nei primi anni del ‘900 la ditta di Guiso, conosciuta come Antica Fabbrica del Dolce, ricevette diversi importanti riconoscimenti internazionali, come le medaglie d’oro con diploma d’onore nelle esposizioni di Parigi, Cannes e Marsiglia.
Tra i suoi clienti più fedeli troviamo anche i Savoia e la famiglia reale d’Inghilterra.
S’aranzada fu particolarmente apprezzata dalla Regina Margherita di Savoia, che pare offrisse questo dolce alle dame di corte nei lussuosi ricevimenti al Palazzo Reale.
La casa reale permise così a Guiso di stampare nelle eleganti confezioni del dolce lo stemma della della Regina e la scritta “Fornitore di S.M. la Regina Madre“.
Oggi esistono diverse varianti di aranzada e queste sono le più note:
– di Nuoro (Nugoresa)
– di Siniscola
– di Dorgali
Ve le raccontiamo meglio qui sotto!
Aranzada di Nuoro: Ricetta de s’arantzada nugoresa
Ingredienti:
Scorze di arancia: 400 grammi
Miele: 400 grammi
Zucchero: 80 grammi
Mandorle: 120 grammi
Dopo aver lavato per bene le arance, bisogna sbucciarle facendo attenzione a non inglobare anche la parte bianca, molto amara.
A questo punto tagliate le scorze in fettine lunghe e sottili.
Ora lasciatele dentro una ciotola piena d’acqua per circa 3-4 giorni, avendo cura di cambiare l’acqua più volte al giorno. Trascorso il tempo lessate le bucce per qualche minuto. Queste operazioni servono a togliere l’amaro dalla scorza.
Lasciate asciugare le scorze e preparate le mandorle: sbucciatele, tagliatele a listarelle sottili e lasciatele tostare nel forno per circa 5-6 minuti. Tiratele fuori quando cominceranno ad avere un colore diverso, leggermente dorato.
Ora torniamo alle scorze d’arancia: una volta asciugate, disponetele all’interno di una pentola profonda e aggiungete il miele.
Accendete il fuoco a fiamma bassa, per evitare di bruciare il miele.
Lasciate cuocere per circa 30 minuti, mescolando di tanto in tanto. Bisogna fare in modo che il miele venga totalmente assorbito dalle scorze. Aggiungete a questo punto le mandorle e lasciate il tutto nel fuoco per altri 5-10 minuti, sempre mescolando.
Versate subito il composto caldo all’interno dei pirottini aiutandovi con dei cucchiai. Raffreddandosi si solidificherà e non sarà più modellabile.
Anticamente il dolce si disponeva su foglie d’arancio, un’idea ancora valida per una presentazione più d’impatto.
A questo punto sbizzarritevi nelle decorazioni, oppure lasciate s’aranzada così com’è: in ogni caso, sarà una goduria!
Variante di Posada, Lodè, Orosei, Bitti
A Posada, Lodè, Orosei, Bitti, il dolce si versa su un piano e si lascia riposare almeno un giorno prima di tagliarlo. Poi i piccoli rombi si dispongono delicatamente nei pirottini di carta o più scenograficamente su foglie d’arancio, come si faceva anticamente.
Vista la mancanza di mandorle, gli abitanti di Lodè si ingegnarono a costruirsele con tocchetti di pasta violada fritti, sos pineddos de arantzata. Ne vennero fuori dei dolcetti che ricordano i Pinos di Carnevale.
Tutte queste possono essere considerate varianti della ricetta della Aranzada Nugoresa.
Aranzada di Siniscola (Arantzata di Pompia)
A Siniscola, in Baronia, al posto dell’arancia vengono utilizzate le scorze di un agrume endemico della Sardegna: sa pompia. Gli altri ingredienti sono più o meno gli stessi ma il procedimento è un po’ diverso da quello nuorese, tanto che alcuni considerano s’arantzata thiniscolesa un dolce a sé stante.
Nel paese della Baronia si cuoce la buccia della pompìa con le mandorle e il miele fino ad ottenere una gelatina e ci vogliono circa 3 ore perché diventi di quel bel colore bruno. Poi si versa negli stampini di carta, dove si raffredda e prende forma.
Aranzada di Dorgali
A Dorgali, ma anche in altri centri del circondario di Nuoro, a Lula e a Baunei, le scorze dell’arancio vengono macinate e cotte insieme al miele, per poi aggiungere le mandorle tostate. In questo modo si ottiene un composto più omogeneo, dall’aspetto più simile alla variante di Siniscola che a quella di Nuoro. Una volta solidificato il dolce si taglia in piccoli rombi, una sorta di pratico snack che ricorda su gattò.
Anche questa è una variante della ricetta della Aranzada di Nuoro.
Di questo e altri dolci di mandorle abbiamo parlato nel nostro post sui dolci sardi.