Carapigna sarda in coppetta di carta con cucchiaino

Sa carapigna: il sorbetto soffice come la neve

Oggi vogliamo raccontarvi una storia, una storia bella come lo scenario in cui si svolge, Aritzo. Oggi vogliamo raccontarvi la storia de sa Carapigna, l’antenato del moderno sorbetto al limone.

Di colore bianchissimo e dalla caratteristica consistenza simile a quella della neve, l’origine de sa Carapigna risale a tempi molto antichi, quando il commercio della neve costituiva un’importante fonte di reddito per le zone interne della Sardegna, Aritzo in particolare.

Un bellissimo borgo nella Barbagia, in mezzo a boschi di castagni e noccioli, Aritzo è una località tra le più belle e affascinanti dell’isola. Celebre per il torrone, il miele e le castagne, è qui che si conserva il segreto dell’antica ricetta de sa Carapigna. Tramandata di generazione in generazione e rimasta immutata nel tempo.

Dall’incontro tra l’asprezza del limone e la dolcezza dei granelli di zucchero nasce una nuvola di ghiaccio capace come pochi  di dissetare e regalare al palato una piacevole sensazione di freschezza.

Continuate a leggere e sa Carapigna non avrà più segreti per voi:

Origine del termine Carapigna
Storia della Carapigna
Preparazione della Carapigna

La sagra della Carapigna
Curiosità sulla Carapigna

Origine del termine Carapigna

Sull’origine del termine carapigna gli studiosi non sono concordi.
Secondo alcuni la parola deriva dal tardo latino volgare carapiniare, ovvero rapprendere. Secondo altri dallo spagnolo garapenar, ovvero congelare.

Difficile anche tradurre il termine in lingua italiana. E’ un sorbetto o una granita?
Diversi studiosi si sono espressi in merito definendo sa Carapigna un sorbetto, perché preparato con acqua e zucchero e non con frammenti di ghiaccio.

Sa carapignera o sorbettiera
Sa carapignera o sorbettiera.  Fonte: Sa Carapigna  
 

Storia della Carapigna

Fentomadas, sas tuas carapignas
faghent su giru de s’Isul’intera,
cunfirmende sa fama chi meritas.

 

Famose, le tue carapignas
fanno il giro dell’Isola intera,
confermando la fama che meriti.

Peppino Mereu, Aritzo

 

Peppino Mereu, uno dei più importanti poeti in lingua sarda, attivo nella seconda metà dell’800, cita la carapigna in una famosa poesia dedicata ad Aritzo.

La tradizione de sa carapigna risulta documentata sin dal 1600, quando gli spagnoli la introdussero nell’isola.

Tutto ha però inizio quando il commercio della neve in Sardegna ebbe il suo boom. Nelle montagne di Aritzo infatti, nel rigido periodo invernale, la neve veniva raccolta, conservata in grandi fosse in pietra, le domos de su nie, e coperta di paglia, felci e terra. La neve – così conservata – acquistava una forma più compatta e poteva conservarsi per quasi un anno.

Nel periodo estivo il ghiaccio veniva trasportato sotto forma di blocchi per tutta l’isola e in particolare nelle Corti spagnole, dove gli abitanti dell’isola carpirono i segreti di questa preparazione. Era ricercato per diversi usi, primo fra i quali appunto la produzione dell’antico sorbetto.

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Blocchi di ghiaccio e paglia. Fonte: Sa Carapigna  
 

Come si fa la Carapigna

Sa Carapigna si prepara interamente a mano partendo da una semplicissima limonata: acqua, zucchero e succo di limone. Quello che forse molti non sanno è che il ghiaccio non viene utilizzato come ingrediente ma semplicemente come refrigerante insieme al sale.

La limonata viene versata poi all’interno di una sorbettiera in alluminio, sa carapignera.

Una volta chiusa con il proprio coperchio, la sorbettiera viene introdotta all’interno di su barrile, una tinozza in legno senza coperchio. Sul fondo del barilotto e intorno alla sorbettiera viene inserito del ghiaccio tagliato a pezzi che viene poi cosparso di sale.

A questo punto si inizia a girare, rigorosamente a mano e con tanta energia e pazienza, in modo che la limonata inizi a ghiacciare. La sorbettiera viene poi aperta e il contenuto sminuzzato prima con un cucchiaio di acciaio e poi con uno di legno, fino a che il sorbetto non assume la consistenza della neve fresca. 

Tutte le immagini di questa fantastica preparazione le trovate qui.

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Su ferru ‘e ferru, paletta metallica utilizzata per sminuzzare il ghiaccio. Fonte: Sa Carapigna  
 

La sagra della Carapigna

La sagra de sa Carapigna, dedicata proprio a questa invenzione tutta sarda, si svolge nel pieno dell’estate ad Aritzo.

Durante la sagra non manca ovviamente l’occasione di poter degustare il primo prototipo di gelato isolano, ma anche tanti altri prodotti locali.

Vengono inoltre organizzate visite guidate per scoprire le bellezze di questo paesino dell’entroterra sardo e per visitare le antiche case della neve.

Una visita al Museo Etnografico di Aritzo vi permetterà inoltre di poter scoprire gli antichi strumenti utilizzati per la produzione e la commercializzazione itinerante de Sa Carapigna.

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Preparazione de sa carapigna. Fonte: Sa Carapigna  
 

Curiosità sulla Carapigna

Sa Carapigna rientra tra i prodotti tradizionali PAT, ovvero quei prodotti agroalimentari il cui metodo di lavorazione risulti consolidato nel tempo, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai 25 anni.

Pochi i Carapigneris ancora in attività che custodiscono i segreti per la preparazione di un prodotto davvero unico e naturale.

Tra questi Sebastiano Pranteddu, figlio e nipote “d’arte”. Il suo non è un lavoro, è un legame con le proprie origini. Per lui sa Carapigna è questione di tecnica, esperienza e polso, oltre che – ovviamente – di passione. A metà tra un fisico e un mago, quando lo incontri ti racconta di una tradizione lunga millenni, iniziata ad Aritzo e arrivata fino a Tuili. Con parole semplici, proprio come questo dolce capace di deliziare ancora i palati dei più e richiamare antichi ricordi. Se volete saperne di più, visitate il suo sito.

Ed è proprio a Tuili che incontriamo un altro storico “carapigneris”, Graziano Pranteddu. Immerso in quest’arte fin da bambino, è stato naturale per lui continuare l’antica tradizione di famiglia. E anche se meccanizzare il processo di produzione renderebbe tutto più semplice e più veloce, Graziano continua a fare tutto a mano. Tra un racconto e l’altro su questo prodotto dalla storia affascinante. Per conoscerlo meglio, cliccate qui.

Sa Carapigna è stata inoltre d’ispirazione alla creazione di ben due cocktail made in Sardinia a base di fil’e ferrula Caipiredda e il Mojiteddu. Il primo in bottiglia, con menta fresca e limone, il secondo fatto a mano con l’aggiunta del ghiaccio tritato direttamente da Su Barile. Di questa nuova tendenza si parla qui.

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