Olive sarde fresche verdi e viola

Olive sarde: tutte le varietà

Olio sardo si, ma da che cultivar?
Sono tante le varietà di olive sarde, con sapori e profumi diversi e proprie caratteristiche organolettiche.

Poi ci sono anche olive più da tavola, da fare in salamoia o come diciamo in Sardegna: “da confettare”.

Qui ne parliamo meglio:

Indice

Varietà di olive sarde: 10 famiglie

Ogni zona ha le sue cultivar d’elezione. Così alcune varietà di olive sarde definiscono il paesaggio di precise regioni storiche, mentre altre crescono un po’ in tutta l’isola.

Alcune cultivar sono antichissime!

A Villamassargia c’è un uliveto storico chiamato s’Ortu Mannu, e qui troviamo esemplari vecchi di 800 anni di Pizz’e Carroga (becco di cornacchia). Si suppone sia stata tra le prime varietà di olivo coltivate in Sardegna, per poi essere soppiantata per via della scarsa resistenza alla mosca olearia.

Le olive tipiche possono essere:

  • olive da olio,
    da cui si estrae olio d’oliva sardo – extravergine e DOP
  • olive da tavola o olia de cunfettai/cunfettare
    con cui si preparano le “olive confettate” o olia cunfettara – messe in salamoia e condite in vari modi 

Ma le varietà più diffuse si adattano bene ad entrambi gli usi.

Si possono raggruppare le olive sarde in 10 grandi famiglie:

1. Bosana, Palma, Tondo sassarese, Olieddu, Ogliastrino, Pibireddu

2. Tonda di Cagliari, Manna, Nera di Gonnos, Confetto, Majorca, Sivigliana da mensa, Olia de nuxi 

3. Nera di Oliena, Tonda di Villacidro, Terza grande, Terza piccola, Paschixedda, Corsicana da mensa

4. Semidana 

5. Pizz’e carroga, Olia druci 

6. Olia longa, Cornetti 

7. Cariasina 

8. Pezz’e Cuaddu 

9. Sivigliana da olio 

10. Corsicana da olio

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Olive sarde di varie cultivar. Foto: Artvision-So via Pixabay
 

Dove si coltivano le olive sarde 

Queste sono le varietà di olive sarde più coltivate e che più caratterizzano diverse zone dell’isola:

Nord ovest 
Bosana e Sivigliana 

Nuorese 
Nera di Oliena e Ogliastrina

Oristanese  
Semidana

Linas 
Tonda di Villacidro 

Campidano di Cagliari e Parteolla
Tonda di Cagliari e Nera di Gonnos

Le altre cultivar sono molto meno presenti e gli esemplari sono molto sparsi, quindi non riescono a caratterizzare gli areali di coltivazione e il paesaggio locale.

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Oliva Bosana

La Bosana è la varietà di olive più coltivata in Sardegna. Una cultivar medio-tardiva, da cui si ottengono buone quantità di un olio con ottime caratteristiche, ricco di polifenoli.

Viene chiamata in diversi modi:
Palma, Aligaresa, Bosinca, Tonda di Sassari, Sassarese, Olia de Ozzu, Olieddu, Ogliastrina.

In Sardegna si coltiva praticamente ovunque, sia per l’olio che per la tavola. La troviamo in tutte le aree a vocazione olivicola del centro e nord Sardegna (Sassari, Alghero, Marghine e Planargia) e, in misura minore, nelle aree centro-meridionali dell’Isola.

È una cultivar di media vigoria, molto produttiva e adatta ad oliveti intensivi. Ha una media autofertilità e un’alta resistenza al caldo e alla tignola.

La dimensione delle olive si aggira sui 2.5 – 3 grammi. I frutti più grandi diventano in genere olive da tavola, sia quelle verdi che le nere.

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Olive varietà Bosana. Foto: Giancarlo Dessì via Wikimedia Commons
 

Oliva Semidana

La Semidana è una varietà molto rustica tipica dell’Oristanese, tradizionalmente coltivata nella stessa zona del vino omonimo. Ottima sia per l’olio che “da confetto”, dà un olio fruttato, leggermente amaro e piccante. E pur essendo tardiva è molto produttiva e quindi adatta agli uliveti intensivi.

I Semidana sono ulivi abbastanza vigorosi, che resistono bene alla mosca olearia e all’occhio di pavone. Hanno fogliame distribuito in modo omogeneo e foglie appuntite e lanceolate. 

Le olive semidana sono ovoidali e maturando diventano color amaranto con macchie bianche molto evidenti. Sono medio-piccole, di peso variabile tra i 2.5 ai 3.5 grammi.

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Olive sarde da olio, prevalentemente Nera di Gonnos e Semidana. Foto: Giancarlo Dessì via Wikimedia Commons
 

Pizz’e carroga

La Pizz’e carroga è probabilmente la cultivar di ulivo più antica della Sardegna, la più presente negli uliveti secolari, particolarmente nella Marmilla e nel Sulcis Iglesiente. Oggi non gode di grande successo e le vengono preferite varietà più resistenti ai parassiti.

Le Pizz’e Carroga si prestano a diventare sia olio che olive da mensa, anche se le drupe sono particolarmente sofferenti alle manipolazioni.

Maturano precocemente e il loro peso medio si aggira sui 5 grammi, con resa in polpa dell’81%.

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Tonda di Cagliari, Nera di Gonnos, Majorca, Manna

Tonda di Cagliari, Majorca, Manna e Nera di Gonnos sono cultivar con buona resa, molto apprezzate per l’elevato rapporto polpa/nocciolo e la facilità di separarli. Sono olive ottime, sia da olio che da mensa.

Le più coltivate sono la Tonda di Cagliari, tipica del Campidano di Cagliari e dell’Oristanese, e la Nera di Gonnos, varietà caratteristica del Linas.

Le drupe hanno un peso medio di 5 grammi e forma ellittica. La maturazione di queste cultivar è intermedia e la resa in olio è buona.

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Nera di Oliena, Tonda o Nera di Villacidro, Ogliastrina, Paschixedda

Nera di Oliena, Ogliastrina, Paschixedda e Nera (o Tonda) di Villacidro sono coltivate come varietà da olio ma si prestano anche alla produzione di olive da tavola, verdi o nere.

La Tonda di Villacidro è chiamata anche:
Nera di Villacidro o Di Villacidro, Cerexia (Ciliegia) o Olia de cerexia (Oliva a forma di ciliegia).

Sono mediamente produttive, ma la maturazione molto tardiva (dicembre – gennaio) e la raccolta che si protrae anche a febbraio e marzo rischiano di compromettere l’annata successiva.

Gli alberi di questo gruppo sono mediamente vigorosi, con fogliame folto particolarmente resistente al freddo.

Le olive sono sferiche con colorazioni molto intense e scure interrotte da piccole macchie bianche. Hanno dimensioni medie: pesano circa 4.5 – 5 grammi.

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This project has received funding from the European Union's Horizon 2020 research and innovation programme under grant agreement No 743354