Trigu cottu, grano cotto sardo

Grano cotto: il rituale de su Trigu cottu

Se in quasi tutta Italia l’anno nuovo si accoglie mangiando lenticchie, in Sardegna ci si augura ricchezza mangiando grano.

Ancora resiste la particolare tradizione de su trigu cottu, il grano cotto che da tempi immemorabili si prepara per attrarre prosperità: una volta un buon raccolto, oggi …soldi.

Non un piatto salato, ma tendente al dolce: quello naturale della sapa o del latte. 

Molto lontano dallo zampone con le lenticchie, riporta alla mente la pastiera napoletana e il migliaccio antico, pur mantenendo l’essenzialità tipica della cucina sarda. 

Se è un dolce, è uno di quelli antichi e poveri, lontanissimi dalla concezione moderna di dessert.

Qui vi raccontiamo:

L’origine del grano cotto – il rituale de su trigu cottu
La preparazione del grano cotto sardo

Campo di spighe
Spighe nel campo di grano prima della raccolta. Foto: Candiix via Pixabay  
 

Origine del grano cotto – Rituale de su trigu cottu

La sua origine risale alla notte dei tempi.

Si preparava soprattutto a Capodanno, sia per essere offerto ai bambini che facevano il giro delle case secondo il rito de sa Candelarìa o is Candeberis, sia per essere consumato la mattina del primo dell’anno come rito beneaugurante e propiziatorio.

Questa consuetudine riguardava tutti, non solo gli umani: il grano non condito veniva offerto anche agli animali da cortile, come augurio di benessere e agiatezza.

Nella cultura sarda come in molte altre, il grano è simbolo di prosperità e salute, essendo fortemente legato al pane, alimento basilare per gli uomini. Un’annata di grano storta significava restrizioni o fame.

In Puglia il grano cotto è un dolce che si prepara non a Capodanno ma per il Giorno dei Morti.

Chicchi di grano
Chicchi di grano da mettere a mollo per cucinarli. Foto: Klaber via Pixabay  
 

L’usanza de su trigu cottu si è persa nella maggior parte dell’isola, ma dal Campidano in giù ancora si usa prepararlo e regalarlo a vicini parenti e infatti negli ultimi giorni dell’anno il grano compare anche nei negozi di alimentari che normalmente non lo vendono.

A Flumini, Arbus e Gonnosfanadiga alcune famiglie ancora tengono viva la tradizione de is Candeberis. La notte di Capodanno, un tempo poco prima dell’alba, oggi a mezzanotte, bambini e adulti vanno per strada e fanno rumore con pentole e stoviglie per svegliare le padrone di casa che regaleranno loro il grano.

A Bauladu, si svolge ogni anno la “Sagra de su trigu cottu”, il 28 e 29 dicembre.

Piatto di grano cotto con noci, uva passa e melagrana
Trigu cottu reinterpretato da My Cooking Idea in chiave dolce e aromatica, un po’ invernale.  
 

Come si prepara su trigu cottu con latte o con sapa

Su trigu cottu esiste principalmente in due varianti:

•  con latte
la più usata nel Sulcis e nell’Iglesiente

•  con sapa
quella abituale In Campidano e Marmilla

Ma c’è chi lo consuma anche scondito.

La preparazione è lunga ma semplice: richiede molto tempo ma poco lavoro. Il procedimento è più o meno lo stesso per entrambe le varianti.

Per prima cosa dovete mettere il grano a mollo in acqua tiepida per circa 18-24 ore (a volte anche 48 ore, avendo cura di cambiare l’acqua).

In seguito lessatelo in acqua per circa 30-40 minuti e lasciatelo a riposo, per almeno 12 ore, nell’acqua di cottura.

Coprite la pentola con una coperta di lana o un panno, per cercare di mantenere il calore. In passato, si usava inserirla in un recipiente di legno e coprirla di paglia.

A questo punto il grano cotto nell’acqua si scola e si condisce con la saba, ottenuta dal mosto d’uva, oppure dai fichi d’India. Oppure lo si aggiunge così com’è ad una ciotola di latte caldo.

C’è poi chi lo mangia semplicemente lessato, magari con un po’ di olio e sale.

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