Per ottenere il marchio IGP non basta essere nati e cresciuti in Sardegna, bisogna avere dei requisiti molto precisi! Ed è per questo che le carni d’agnello sardo IGP sono particolarmente ricche di nutrienti, magre e digeribili.
La denominazione Agnello di Sardegna IGP
Le caratteristiche dell’Agnello di Sardegna IGP
Il Consorzio di Tutela dell’Agnello Di Sardegna IGP
Come cucinare l’agnello sardo
Ricetta dell’agnello con carciofi (angioni cun cancioffa)
Come si dice agnello in sardo?
Angioni, anzone
La denominazione Agnello di Sardegna IGP
In Sardegna la carne di agnello viene abitualmente portata in tavola nei giorni di festa, a Natale, Pasqua e durante i pranzi della domenica in famiglia. Parliamo di una delle eccellenze culinarie dell’isola, frutto di un’attività di pastorizia legata a tradizioni secolari. Nel 2001 ha ottenuto la denominazione Agnello di Sardegna IGP (Indicazione Geografica Protetta) e successivamente è nato il Consorzio di Tutela, a rappresentanza di circa 200 allevamenti, istituito per vigilare sul rispetto delle norme del disciplinare di produzione e identificazione dettate dall’UE.
Oggi il marchio comunitario certifica la qualità del prodotto, ma soprattutto protegge un patrimonio naturale, rafforzando il suo legame con il territorio di origine. L’origine, la razza e l’allevamento al pascolo sono i requisiti fondamentali …e regolamentati. Infatti possono ottenere il marchio solo gli agnelli di razza sarda, nati e cresciuti in Sardegna, prevalentemente all’aperto, al sole e al vento.
L’agnello sardo appartiene ad una razza particolarmente antica e forse discendente dal muflone, così adattabile da essere emigrata anche nella penisola insieme ai pastori: la pecora sarda.
Le caratteristiche dell’Agnello di Sardegna IGP
Il consumatore quindi può fare una scelta sicura: il prodotto è riconoscibile attraverso un marchio attribuito dall’Unione Europea (nella forma di un rettangolo verde con un disegno stilizzato dell’animale e la dicitura “Agnello di Sardegna IGP”).
Il Consorzio individua 5 ottime ragioni per sceglierlo:
1. Viene allevato in totale libertà;
2. Si nutre con latte materno di pecore di razza sarda e con le essenze spontanee peculiari dei pascoli della Sardegna;
3. La natura della Sardegna ed il suo clima garantiscono la genuinità del prodotto;
4. L’animale non è sottoposto a stress o forzature alimentari;
5. La dieta sana ed equilibrata rispetta la tradizione dell’allevamento di origine millenaria.
Le pregiate carni degli ovini sardi vantano di conseguenza delle ottime proprietà nutritive: proteine nobili, ferro e vitamine in primis. Rispetto a quelle di un capo cresciuto in allevamento intensivo inoltre sono più digeribili e magre. Ma è soprattutto il sapore a fare la differenza.
Ma l’agnello è carne rossa o bianca? Argomento molto dibattuto che abbiamo affrontato in un altro articolo.
La carne di agnello sardo – afferma Battista Cualbu, presidente del Consorzio – “è parte integrante della dieta della longevità che ha consentito alla Sardegna di essere la seconda regione dove si vive più a lungo dopo Okinawa.
Il nostro bestiame si nutre con il solo latte delle madri allevate allo stato brado, come da disciplinare.
Il modo tradizionale di brucare delle pecore aumenta notevolmente nella carne i contenuti di alcune sostanze fondamentali che vengono trasmesse completamente all’uomo.
Queste aiutano lo sviluppo cerebrale e la vista nei bambini più piccoli e il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Ed infatti i pediatri consigliano l’omogeneizzato di carne ovina per i bambini appena svezzati”.
Lo stesso presidente parla anche del trattamento che degli animali, che “vengono prima storditi attraverso scarica elettrica e quando vengono uccisi non provano alcun dolore”.
Il Consorzio di Tutela dell’Agnello Di Sardegna IGP
Il Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna IGP si impegna in prima linea assieme a enti locali, consorzi ed associazioni per promuovere iniziative legate ai prodotti agro-alimentari certificati.
Nel paese di Bidonì, come da tradizione, nel giorno di Pasquetta si è tenuta anche quest’anno la “Sagra de S’Anzone“, giunta alla diciannovesima edizione. La kermesse, organizzata dal Consorzio di Tutela assieme alla pro loco locale, rappresenta l’evento più importante nell’isola per la valorizzazione di questa eccellenza sarda.
Di recente è stato siglato un importante accordo tra l’Università di Sassari ed il presidente del Consorzio, definito dallo stesso Cualbu come “storico”. L’agnello di Sardegna IGP sarà infatti distribuito nelle mense universitarie di Sassari dal prossimo anno. “Si tratta di un’iniziativa dalla duplice valenza, sia dal punto di vista della salute che economica – spiega Cualbu – perché da una parte assicuriamo una carne genuina, nata, allevata e macellata in Sardegna rispettando un disciplinare, dall’altra diamo così un contributo importante all’economia locale”.
Come cucinare l’agnello sardo
E infine vi sveliamo come cucinare l’agnello sardo a regola d’arte.
Accanto alla tradizionale cottura arrosto allo spiedo nel caminetto di casa, esistono altri modi altrettanto tipici per preparare questa tipo di carne.
Tra le ricette da fare in pentola, o come si direbbe in sardo “a cassola”, è impossibile non citare l’agnello con uovo e limone alla sarda, meglio noto come “angioni cun s’ou”, quello con i piselli (cun prisucci) e quello con i cardi (cun gureu).
Ricetta tipica sarda: agnello con carciofi (angioni cun cancioffa)
Molto noto e gustoso è anche s’angioni cun cancioffa, preparato con carciofi spinosi sardi, di cui vi proponiamo la ricetta. Agnello e carciofi condividono la stagionalità e si sposano molto bene.
Ingredienti:
• 1 kg di agnello sardo IGP
• 10 carciofi spinosi sardi
• Prezzemolo fresco
• 1 spicchio d’aglio
• Olio extra vergine d’oliva q.b.
• Sale
Procedimento:
Preparate innanzitutto un leggero soffritto in tegame, con olio extravergine d’oliva e aglio e fuoco alto. Aggiungete poi i pezzi di agnello, salate e mescolate.
Proseguite la cottura, ora a fuoco basso e con l’ausilio del coperchio. Aggiungete quindi le teste dei carciofi puliti insieme a un po’ di prezzemolo fresco tritato e ad un altro pizzico di sale.
La carne sarà pronta dopo circa 25 minuti (quando comincerà a distaccarsi dall’osso). Proseguite a questo punto con la cottura per altri 15-20 minuti, finché anche i carciofi risulteranno cotti.